Piazza mia bella piazza

 

C era una volta ed adesso c´ é ancora,

Una piazza rotonda, molto grande , con 8 traverse, al confine tra il Vomero e l Arenella, a Napoli. Architettonicamente non é proprio tra le piú belle. Venuta su, come tutto il quartiere , dai campi di broccoli, negli anni 60.
Intorno ad alcuni nuclei storici, popolari: i vicoli dell Arenella, Antignano, il Vomero Vecchio.

Quella piazza, ha riempito buona parte della mia vita per piú di 10 anni, ed ha riempito le vite di tanta altra gente, in maniera un pó speciale. Un luogo di ritrovo, ma non solo, dove sono nate tante storie, intrecci , creativitá.

È naturale quindi che , “vagando da Berlino”, si andrá finire spesso a raccontare di laggiú.
Si parte dagli anni 70, davanti a un bar: io ero bambino, abitavo li dietro ma giá a 5 anni, non potevi non sentirla, quell aria speciale che si irradiva tutt intorno: bastava leggere le scritte sui muri, ad esempio.

Poi sono successe tante, ma tante cose, prima emozionanti, poi anche tragiche e sono arrivati i cantieri di quella che diventerá, piú di dieci anni dopo ,la metropolitana collinare, le passarelle di legno davanti a quel bar ormai chiuso, il centro della piazza,anche chiuso  dalle lamiere, come luogo misterioso, inaccessibile ai piú , e chiusi, murati, rinchiusi,storditi, anche tanti sogni.

 In quegli anni, molte piogge ,molti vuoti, molte solitudini. Il girone dei dannati, la calamita, come la definiva qualcuno; il centro esoterico che emanava energie, attirava al centro e respingeva.Gli anni 80 di in un Vomero maledetto: zombi, artisti, anime inquiete e leggende metropolitane che si incontravano in un clima da Day after, tra le macerie dei cantieri , le poesie sui muri e tante menti annebbiate.

Poi, si e incominciato ad immaginarla, quella metropolitana che alcuni scherzando pensavano che non avrebbero visto nemmeno i nipoti. Ci si immaginava gli ingressi con le scale che avrebbero portato giú. A coprire quelle future scale, c erano incredibili letti di cemento, i letti di Polifemo.
Su uno di quegli enormi letti, ci siamo saliti noi, porprio dove prima c era quel bar e poi una banca. Erano davvero grandi, ci si stava anche in 50, con la chitarra e la schiera di Birre.

Ci si incontrava girando in tondo: 8 attraversamenti,  ad ogni incrocio,qualcuno seduto o in piedi a dirci qualcosa. Ogni incrocio, uno scambio di segnali, di informazioni. E sono successe di nuovo alcune cose : ci saliva di nuovo tanta gente, tanta curiositá…. e le scuole occupavano, ci si chiamava pantera .

Poi, quei letti sono scomparsi, sono saltati i coperchi, e quei vuoti, li sotto, sono apparsi con tanta gente che saliva e scendeva le scale per spostarsi per la cittá.
Anche il misterioso spazio al centro, tra le lamiere si é aperto. Senza piú letto di Polifemo, risultava naturale spostarsi, e allora, un paio di traverse piú in la, un altro bar, ed altri giardinetti, nelle vicinanze.E intanto, gli anni 90 avanzano, giocando a pallone guardando ragazzi intorno a noi distruggersi, provando a fare qualcosa contro , incontrandosi, perdendosi, ritrovandosi. E da allora, un nuovo apparente vuoto  che dura ancora circa 10 anni.

 Chi va via, chi si ritrova ancora, ma sono sempre di meno. Niente sogni rinchiusi o annebbiati, forse perché non c erano proprio quei sogni, e nemmeno tanti bisogni, forse. Una cosa peró c é sempre stata, per tutti: la voglia di socializzare, e di non sentirsi soli. 

E cosí, fino agli anni zero quando giunge notizia di nuovi ragazzi, di coordinamenti .

Chi era ancora li, se ne rende conto presto, chi vive fuori, lo realizza un po piú tardi, grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, la rete, internet.

Un emozione nuova, ritrovarsi sull etere, vedere foto di quelo spazio interno che riprende a vivere. Medaglie D´ oro, ormai si trova su google, si fanno anche le magliette, si ripulisce la piazza, si organizzano concerti, aperiti, tornei sportivi: “medaglie spacca”, nuovi linguaggi, nuove danze, nell era del Bunga Bunga, tanta incisivitá, realismo.

40 anni quindi di notti molto lunghe, dunque,fino all alba con qualche annetto di intervallo in mezzo.

Ma quella piazza, a me piaceva anche di giorno, in ogni orario specialmente le domeniche mattina d inverno e mi piace ricordare dei momenti, per finire questo raccontino:

Il difficile risveglio dalla notte, i primi raggi di sole.,le urla  di quelli della Madonna dell Arco, le 10 di mattina
Si puó scendere a mezzogiorno: é un pó presto ancora ma piano piano arrivano tutti.
Incomincia il traffico, il suono dei clackson, le traverse intasate. Eppure si sta bene, fuori al Bar  al sole, con il Manifesto in mano e un caffé o un aperitivo.

Si parla del corteo del giorno prima….”cazzo ma eravate davvero 10mila a Roma per la Palestina come dice il manifesto??” “Allora il movimento sta tornando davvero”.
Piano piano, sotto il Bar  aumenta la folla di amici. C´ e´ sempre qualcuno nuovo, che non conosco, un altro di quelli “piú grandi” Alcuni dei piú grandi portano i  loro bambini: i pattini, i palloncini….si spostano in mezzo alla piazza……ed ora ci sono , ancora, 15 anni dopo a riprendersi le strade..

E allora ricordo la giacca elegante da domenica mattina, donata dalla caritas,di qualche numero piú larga che indossava PAULUCCIO, il Pugile senzatetto che dormiva in una macchina lasciata lí apposta, fuori dal fioraio ;il fazzoletto a tono nel taschino…..un eleganza carica di dolcezza, come i suoi racconti..di parole biascicate ,distrutte dall alcol…..che bisognava davvero essere allenati per capire…ma c era chi ci riusciva.

Verso le 2 il traffico diminuisce………tutti con le paste che corrono casa. Rimangono ormai in pochi. Si fa un ultimo giro……tra le traverse intorno   e si immagina di organizzare un pranzetto da qualcuno , imbevuto di tanti racconti.

Nessuna nostalgia: perché anche a Berlino le domeniche possono essere tanto creative e ci sono tanti nuovi e vecchi amici….perché si va sempre avanti….ed é bello vagare da Berlino

Solo un attimo il ricordo di quel fazzolettino nel taschino………..di quei raggi di sole….della domenica mattina



This entry was posted on Tuesday, January 18th, 2011 at 21:53 and is filed under General. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. Both comments and pings are currently closed.

3 Responses to “Piazza mia bella piazza”

  1. Alessandro Celentano

    Carissimo Luca, quanti ricordi ci uniscono.Sono contento di aver condiviso una parte del tuo tempo!!!

  2. Gianluca

    Bellissimo! Mi sono commosso a leggere. Tanti ricordi che sono comuni anche a me.

  3. Carmelo Albanese

    Partire, andare altrove, non è lasciare qualcosa, è trovarne altre. Il resto non lo lasciamo mai, lo portiamo con noi. Attraverserà con noi nuove strade, a nuovi amici stringerà la mano e farà nuove carezze, con lo stesso cuore, che porta tutto con sé.